Chi Siamo

Il Giardino del Tè nasce nel 1995, prima per corrispondenza, e poi, nel 1998, aprendo nel quartiere Monti il primo negozio di tè della capitale.

L’intento è diffondere la conoscenza e la cultura del tè, che in Oriente ha tradizioni antichissime; in origine fu medicina e poi entrò nel regno della poesia. Una tradizione che in Giappone si elevò a religione estetica, il tèismo, e che, sulla scia del pensiero Zen, fondamentalmente «è un culto dell’Imperfetto, e al tempo stesso un fragile tentativo di realizzare qualcosa di possibile in quell’impossibile che per noi è la vita» (Kakuzo- Okakura, Lo zen e la Cerimonia del tè).

Il nome – Giardino del Tè – vuole rievocare una delle fasi della cerimonia giapponese del tè, immutata dal xv secolo. Nella prima fase gli ospiti attraversano il roji, il sentiero nel giardino che conduce dal machiai – un portico dove gli ospiti attendono l’invito a entrare – alla stanza del tè vera e propria. Attraversare il giardino è il primo passo per rompere ogni legame con il mondo esterno, preparando l’animo a raggiungere un’autentica calma e la serenità interiore.

Il rituale prosegue rendendo omaggio al dipinto o alla composizione floreale presente nel tokonoma, il posto d’onore della stanza, meta obbligata degli ospiti prima di iniziare la degustazione della bevanda.

I maestri ci insegnano che «possiamo essere nel cuore di una città e ciò nonostante avere la sensazione di trovarci in mezzo a un bosco, lontano dalla polvere e dal rumore della civiltà. […] Ai nostri giorni l’industrializzazione rende la vera raffinatezza sempre più ardua. Non abbiamo forse più che mai bisogno della stanza del tè?».

Il Giardino del Tè ti accompagnerà in una ideale “stanza del tè”, quell’«oasi» in cui «l’anima di noi può ridestarsi». Nel tempo è stata notevolmente ampliata l’offerta di tè verdi e neri, di tisane e, più recentemente, di rooibos, naturali e aromatizzati.

A oggi, Il Giardino del Tè continua nel proprio impegno, con la convinzione che una tazza di tè di alta qualità sia un buon pretesto per «praticare il culto della purezza […], una sacra funzione durante la quale ospite e invitato si uniscono per vivere un momento di massima beatitudine terrena».