Una sala da tè a Kyoto

Prima delle sei del mattino erano tutti in fila fuori dall’aeroporto in attesa del direttore. Eccolo, è arrivato. All’unisono si inchinano, si salutano e scattano ai posti di lavoro. Non era giornata per volare. La nostra casa, in una collinetta un po’ in rilievo rispetto all’isola di Okinawa era stata scossa tutta la notte da raffiche di vento in rinforzo e l’autista del taxi ci aveva già detto che difficilmente saremmo partiti. Con un mese di anticipo era scattata la stagione dei tifoni ed era il terzo che incontravamo. Loro, i giapponesi, erano tutti ai loro posti come se niente fosse, ma andare a Yonaguni non era proprio possibile. Il cammino del tifone era diretto verso terra, in prossimità di Taiwan, e l’isoletta di Yonaguni la beccava in pieno. Tutti gli aerei diretti verso occidente erano fermi.

Addio squali martello e templi sommersi. Non per stavolta. Cerchiamo un deposito per le attrezzature e due biglietti per Kyoto. Da quella parte ancora si vola e non volevamo restare bloccati su Okinawa con il tifone. Ci era già successo a Kume e li abbiamo visti andare a lavare la macchina con il vento a 120 Km/h, questo ci rassicurava, nel senso che non si sarebbero arresi facilmente. Ed infatti alle 12:00 ci imbarcano sull’aereo con un vento ed un mare da paura. Noi andiamo dalla parte opposta e si vola in ogni caso.

E così, per caso, facciamo conoscenza con il Giappone imperiale, per sfuggire al terzo tifone in un mese. Nel pomeriggio, usciti dall’albergo, ci sembra di avere sbagliato secolo. Metà dei passanti è vestita in modo tradizionale e molto formalmente.  Ci dirigiamo in una sala da tè. Avevamo già preso il tè in altri posti in Giappone e lo avevamo comperato al supermercato per la colazione. Shincha o Sencha ci eravamo già esposti, ma qui doveva essere una cosa diversa. Okinawa era sempre un po’ America e tutto risultava un po’ diluito con l’Occidente. Kyoto non è confrontabile con niente altro, per i ritmi, per i paesaggi e per le eleganti sale da tè.

MatchaCi servono due tè fantastici, un matcha ed un verde delizioso con l’eleganza ed il sapore che sul posto sono un’altra cosa, anche perché i dolci serviti con il tè sono insuperabili. Morbida marmellata di fagioli rossi e sesamo nero squisito. Ci rendiamo conto che è pieno di gente che si siede da sola a gustare un tè con il dolce da sola per spezzare la giornata di lavoro, elegantemente vestiti all’occidentale o avvolti in splendidi kimono.
La semplicità del servizio è pari ai loro giardini zen. Montagnole di breccia e sassi elegantemente e semplicemente accostati a delimitare uno spazio ed un tempo che sanno di eterno.