Le prime tazze da tè in Europa.

I viaggiatori ed i mercanti che andavano e tornavano dall’Oriente nel 1500 riferiscono della cura e dell’attenzione che i consumatori di tè rivolgevano agli accessori per il suo consumo. Un mercante olandese, Jan van Linschoten, ci racconta che per loro, quegli oggetti di terracotta, sono il bene più apprezzato, come pietre preziose. Un missionario portoghese nel 1565 descrive tutta l’oggettistica giapponese per la preparazione del tè come i “gioielli di famiglia giapponesi” come per gli europei lo sarebbero “anelli, collane, spille di rubini e diamanti”. E quando alla fine del 1600 il tè divenne il simbolo di una vita raffinata e colta in tutta Europa, accettato e rispettato socialmente, anche da noi si diffuse il culto dell’oggettistica correlata al suo consumo.

In Europa la forma delle prime ciotoline cinesi in porcellana destinate all’uso con il tè verde, infuso a più bassa temperatura, venne progressivamente mutata e furono aggiunti i manici, più comodi alle alte temperature di infusione dei tè neri e aumentò la capienza delle tazze. I servizi si arricchirono di zuccheriere, piattini per il burro, recipienti in cui si conservava il latte o la crema di latte usate per addolcire il sapore del tè. Insomma, un servizio da tè adeguato ed alla moda era lo specchio dell’agiatezza di una perfetta padrona di casa. Possibilmente britannico in Inghilterra e non francese o tedesco. Il paese di origine del servizio di porcellana scelto diventava anche un emblema di scelte politiche, come raccontato in tanti libri di Jane Austen. Siamo andati troppo in là con il tempo, torniamo indietro alla scoperta della porcellana da parte degli occidentali.

Il termine porcellana si deve a Marco Polo. Il tè lo aveva sempre ignorato ma alla porcellana aveva prestato attenzione. Il termine lo aveva coniato a partire dal mollusco Cypraea porcella, dotato di una conchiglia bianca e traslucida. E furono i veneziani a importare per primi in Europa alla fine del 1400 le prime stoviglie di porcellana, utilizzando le vie della seta e del tè per mare e per terra. La descrizione degli oggetti è qualcosa di finissimo ed unico al mondo. E furono i veneziani a riempire le loro navi, utilizzando piatti e stoviglie per bilanciare i pesi nelle stive e poi avere qualcosa de rivendere arrivati in Europa.

Qualche anno più tardi anche il gesuita Matteo Ricci ne fa una descrizione dettagliata, chiamandola Porsolana, alla guisa dei portoghesi, e definendola la cosa più netta, bella e resistente del mondo, specie quella prodotta a Chiansino (Jangxi). La sua fabbricazione doveva restare un segreto per gli europei fino alla fine del secolo diciassettesimo. Torneremo su questo argomento, la storia è troppo lunga…